Notte – L’uomo dal fiore in bocca

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dal programma di sala

NOTTE

Forteza

Forteza – pseudonimo frutto della collaborazione delle diverse anime del Minimo, che hanno provveduto alla stesura del testo, intendendolo come introduzione a “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello. 

Notte – E’ uno sketch drammatico,  un dialogo intenso tra una coppia di sposi maturi, che rievocano il loro primo incontro. Il tono della conversazione, delicato, romantico e malinconico, non riesce a nascondere la differenza con cui i due ricordano momenti molto intimi. Differenza dovuta non solo alla diversità nei sentimenti maschili e femminili sull’amore, ma anche al  passare del tempo, che ha modificato o confuso la loro memoria.       

L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA

Luigi Pirandello

 Luigi Pirandello (Girgenti 1867- Roma 1936) – drammaturgo italiano

La produzione teatrale – Può essere divisa in quattro fasi: il teatro siciliano, il teatro umoristico e grottesco, il teatro nel teatro, e il teatro dei miti. Nella prima fase Pirandello scrisse in siciliano (Lumìe di Sicilia, Pensaci Giacomino, Liolà, ecc.). Nella seconda (Così è se vi pare, Il berretto a sonagli, Il piacere dell’onestà, Il giuoco delle parti, L’uomo, la bestia e la virtù, ecc.) introdusse una visione relativistica della realtà e cercò di esprimere la dimensione della vita al di là della maschera. La terza fase comprende Sei personaggi in cerca d’autore, Ciascuno a suo modo, Questa sera si recita a soggetto, Enrico IV, Vestire gli ignudi, L’uomo dal fiore in bocca, La vita che ti diedi, L’amica delle mogli, Trovarsi, ecc.. In questa fase Pirandello introdusse la tecnica del “teatro nel teatro”, la dicotomia vita-arte e approdò anche alla drammaturgia dell’“angoscia esistenziale”, con l’interiorizzazione del contrasto “essere-apparire”. Nella quarta fase, che attraversò la sua opera dal 1928 al 1936, egli portò nel teatro significazioni simboliche e utopie sociali, religiose e artistiche (La nuova colonia, Lazzaro e I giganti della montagna).
L’uomo dal fiore in bocca– Scritta nel 1923 e ricavata dalle novelle Caffè notturno o La morte addosso, l’opera fu rappresentata a Roma il 21 febbraio 1923.  Quando la compagnia si trasferì a Milano, il 10 giugno dello stesso anno, in uno spettacolo “sintetico”, con balletti e altre opere, successe il finimondo.
Un uomo affetto da un epitelioma, “il fiore in bocca”, incontra un viaggiatore che ha perso il treno ed è seduto al caffè notturno in attesa del prossimo. Con costui l’uomo intavola un dialogo, che per la verità è più un monologo di grande intensità e drammaticità. Nelle sue parole, oltre alla certezza della morte imminente, le sue impressioni, il senso di preziosità della vita anche negli aspetti più insignificanti, il rimpianto e il dolore per la vita che gli sta sfuggendo.

Durata: 1h circa con intervallo

Regia
Valter Delcomune
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Scena e costumi
Franco Ubezio
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Notte
Uomo: Valter Delcomune
Donna: Marisa Taffelli

L’uomo dal fiore in bocca
L’uomo dal fiore in bocca: Fiorenza Bonamentii
L’avventore: Valter Delcomune
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Collaborano
Sergio De Marchi Vanda Demarchi Sandro Boninsegna
Franco Ubezio

 

Maggio 7 @ 17:00
17:00 — 18:10 (1h 10′)

Teatro Minimo di Mantova

Valter Delcomune